O santa Brigida e nibelunga a questo punto cosa faccio? Vado solo 5 dico solo 5 giorni a San Pietroburgo devo sorridere o non sorridere? O rimanere a metà, sguardo fisso da ebete e bocca bloccata tipo paresi? Mah non lo so forse mi conviene fare come ho sempre fatto sorridere naturalmente a tutti ( a me viene spesso facile, a costo di essere poco capita), non per falsità ma perché l'espressione facciale corrisponde ad uno stato d'animo di accoglienza verso il prossimo a prescindere. Ti sto dicendo attraverso l'espressione: posso essere incavolata, triste, stanca ma l'importante è provare a comunicare con te, accettarti e farti sentire ben accolto, a tuo agio a prescindere da me, a volte lo faccio anche con grande pazienza, è un valore umano fondamentale di convivenza. E' una disposizione sociale misto a stato d'animo, non è artificio dissimulatorio, pur se articolato nel tempo dalla "educazione famigliare". E' quello che ho introiettato dalla famiglia (vecchia stirpe). Mi hanno fatto il paiolo fin da bambina: di grazie prego scusi buongiorno e buonasera etc... Credo che alla fine avessero ragione loro. Io questa roba la chiamo semplicemente gentilezza che nelle varie maniere e forme culturali esplica una vera cortesia e attenzione verso il prossimo. La forma è la sostanza, la sostanza è la forma, vanno insieme legate in un unico abbraccio. Sarò a questo punto come sono, ogni tanto sorriderò come una pazza ma lo farò con il massimo rispetto (ueh mica mi mettono dentro alla dogana vero?), chiedo venia, non pretendete di più da una italiana. Praticamente è come dire ad un giapponese di non inchinarsi o a questo punto, leggendo, ad un russo di essere severamente diretto ed esplicito (duri fuori morbidi dentro forse? Tipo confetto o pralina). Vi voglio bene amici umani.
O santa Brigida e nibelunga a questo punto cosa faccio? Vado solo 5 dico solo 5 giorni a San Pietroburgo devo sorridere o non sorridere? O rimanere a metà, sguardo fisso da ebete e bocca bloccata tipo paresi? Mah non lo so forse mi conviene fare come ho sempre fatto sorridere naturalmente a tutti ( a me viene spesso facile, a costo di essere poco capita), non per falsità ma perché l'espressione facciale corrisponde ad uno stato d'animo di accoglienza verso il prossimo a prescindere. Ti sto dicendo attraverso l'espressione: posso essere incavolata, triste, stanca ma l'importante è provare a comunicare con te, accettarti e farti sentire ben accolto, a tuo agio a prescindere da me, a volte lo faccio anche con grande pazienza, è un valore umano fondamentale di convivenza. E' una disposizione sociale misto a stato d'animo, non è artificio dissimulatorio, pur se articolato nel tempo dalla "educazione famigliare". E' quello che ho introiettato dalla famiglia (vecchia stirpe). Mi hanno fatto il paiolo fin da bambina: di grazie prego scusi buongiorno e buonasera etc... Credo che alla fine avessero ragione loro. Io questa roba la chiamo semplicemente gentilezza che nelle varie maniere e forme culturali esplica una vera cortesia e attenzione verso il prossimo. La forma è la sostanza, la sostanza è la forma, vanno insieme legate in un unico abbraccio. Sarò a questo punto come sono, ogni tanto sorriderò come una pazza ma lo farò con il massimo rispetto (ueh mica mi mettono dentro alla dogana vero?), chiedo venia, non pretendete di più da una italiana. Praticamente è come dire ad un giapponese di non inchinarsi o a questo punto, leggendo, ad un russo di essere severamente diretto ed esplicito (duri fuori morbidi dentro forse? Tipo confetto o pralina). Vi voglio bene amici umani.